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La vicenda personale del commissario di Pubblica Sicurezza Giannetto si intreccia con la storia del ventennio compreso tra le due guerre. Siciliano di origine, assegnato a commissariati nell'Italia del nord, è testimone del cambiamento politico, sociale e culturale che trascina il paese nel fascismo e lo conduce ad un nuovo conflitto. Lina, la figlia abbandonata in brefotrofio, è il motore immobile e inconsapevole delle vicende che costituiscono una trama composita che si dipana tra relazioni personali e fatti storici minuziosamente documentati. I personaggi femminili si muovono su fronti opposti: la compagna Ilde, cresciuta nell'elegante opulenza della borghesia marchigiana, vittima e carnefice della scellerata decisione di abbandonare la figlia neonata, accompagna Giannetto in una relazione complessa e morbosa, dalla quale non riesce a sottrarsi. Camelia, l'amante impegnata nella lotta antifascista, che genera nel commissario la scintilla della consapevolezza personale e sociale, e rimane nel suo cuore fino alla conclusione, determinandone una sorta di vocazione ad una più sincera e partecipe esistenza. La caratteristica dominante del protagonista è proprio la sua umanità, il suo essere semplicemente un uomo pieno di dubbi, egoismi, reticenze e debolezze: un uomo che tenta un percorso di crescita verso se stesso e il prossimo, in una sorta di riscatto morale che non ha nulla di eroico né di straordinario.