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È il 1799 quando i Florio si stabiliscono in Sicilia costruendo, pezzo dopo pezzo, un impero immenso. Ignazio viene in possesso di tale eredità presto, forse troppo presto. Uomo capace di vivere appieno il suo tempo, travolto dal culto della bellezza e del lusso, conduce un tenore di vita degno di un re, si butta in affari rischiosi, investe in chimere, non risparmia in regali e gioielli per la moglie Franca come per le sue transitorie fiamme senza mai scordare gli amori giovanili. Incomprensioni, egoismi reciproci e tragedie familiari scandiscono il ritmo di una storia che naufraga tra infiniti tradimenti, passioni, successi e infortuni imprenditoriali. Ma i due coniugi restano comunque protagonisti indiscussi di feste mondane, ospitano nelle dorate residenze le principali teste coronate europee, oltre che musicisti e scrittori. Saranno sempre sulla bocca di tutti. Nel bene e nel male. La Palermo della Belle Époque brilla come Parigi, è la capitale del Liberty, ma sullo sfondo rimane una miseria che affida alle rivolte sociali o alla mafia il proprio riscatto. Una città splendida e contraddittoria come i protagonisti del romanzo. "La gente esagera nel raccontare quello che ha visto. Specie se non l'ha visto mai". "Sì, ma parlando di voi non si poteva esagerare..."