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Tra l'uomo e le piante non esistono barriere estetiche, etiche o religiose, c'è una costante compenetrazione. Pittura (le nature morte, l'iconografia botanica, i paesaggi, gli sfondi, ecc.), Musica (topos d'ispirazione), Scultura (gli incisori, l'uso del legno), Filosofia: "Il giardiniere Voltaire", come è chiamato in Francia, diceva: "Delle cose essenziali, so poco più di quanto non sapessi quando ero lattante, lo preferisco piantare, seminare, ed essere libero". In ogni luogo sacro di buddisti, induisti, antichi egizi, aztechi, cristiani, di qualsiasi religione, sono presenti fiori. La vita stessa dell'uomo è conforme alla natura, al giardino. Ogni parola spesa per le piante, espressa con qualsiasi delle semantiche note, è importante. Volando tra le pagine di questo libro sembra di entrare nelle wunderkammer o nei cabinet de curiosités - gli straordinari protomusei Secenteschi - ma esclusivamente dedicati al mondo vegetale, densi di immagini, di studio, di interesse. L'autore sofferma l'attenzione su 150 fiori. Trasfigurazioni, trasformazioni, metafore, assonanze, analogie sono costanti che permeano l'intero testo creando infinite connessioni, collusioni, modulazioni, fraseggi e armonie. E una ricerca paziente di informazioni da varie fonti. Decine, centinaia di notizie, aneddoti, riferimenti bibliografici.