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Il volume di studi indaga sull'attività giornalistica di Ippolito Nievo che è quanto mai varia e gli consente di sperimentare forme diverse di scrittura: poesia e teatro, pezzi di costume e cronaca musicale, corrispondenze, novelle e saggi politici. Forme che riprenderà poi nella stesura delle Confessioni, con struttura aperta a «quella contaminazione tra lingue sociali e lingue della rappresentazione artistica». Nievo ha ben chiara l'importanza che la stampa ha quale mezzo di promozione e divulgazione di istanze culturali, politiche e sociali, è anche consapevole della necessità di confrontarsi con il mercato editoriale per comunicare con un pubblico nuovo, ma lo fa mantenendo una posizione di distanza e di personale autonomia. Scrive anche per le più diffuse ed eleganti riviste femminili di moda, ricamo e letteratura, che si pubblicano a Milano. L'intento di Ippolito nel redigere i suoi pezzi è quello di fare divulgazione culturale, in particolare di far comprendere alle donne l'importanza di aprirsi alla cultura europea. Così vi appaiono brani, tradotti dal francese, di Victor Hugo, Lermontov, George Sand, Hans Christian Andersen, accanto a pezzi di attualità, tematiche femminili e letteratura di «buoni esempi». Fra le ultime e importanti collaborazioni alcuni interventi, politicamente più espliciti e impegnati, apparsi, tra gennaio e febbraio 1860, su L'uomo di Pietra, in cui Ippolito Nievo - che si firma Arsenico - usa la scrittura pubblica, giornalistica, come strumento forte di lotta politica.