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Se è ormai assodato che qualsiasi opera letteraria per esistere pubblicamente deve trovare una collocazione all'interno di una casa editrice, su una rivista letteraria o su un giornale, in sede critica non è altrettanto chiaro se (e in che modo) la collocazione di un testo partecipi alla sua morfologizzazione. Attraverso una riflessione teorica e un ampio caso di studio, rappresentato dalla narrativa prodotta da Giovanni Verga in funzione del circuito editoriale milanese negli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento, il volume si propone d'indagare la peculiare relazione che intercorre tra creatività letteraria e luogo di pubblicazione. In particolare si analizza come nella modernità letteraria la prefigurazione da parte di uno scrittore dello spazio che accoglierà la propria opera influenzi la scrittura, a partire dalla scelta della misura e forma narrativa cui aderire, e addirittura la poetica narrativa, condizionata dalla comunità di lettura coinvolta dall'editore e dallo specifico modello di fruizione connaturato al medium di ricezione.