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Il poeta contemporaneo svizzero di lingua italiana Antonio Rossi si ritaglia uno spazio autonomo all'interno del panorama poetico contemporaneo. Dalle sue tre raccolte poetiche, "Ricognizioni", "Diafonie" e "Sesterno", emergono i particolari minimi più sfuggenti, caotici e disarmonici del reale : al di sotto della superficie, tutta la materia appare un impasto disomogeneo di elementi, "una spedita mescola", "un circuito prossimo al perturbato" in cui moti nascono misteriosamente, alterando e scomponendo perennemente le cose, e svanendo nel nulla in uno spazio e in un tempo immobilizzati. I testi di Rossi evocano, allo stesso tempo, la disumanità e la superficiale, ingannevole apparenza dell'epoca contemporanea in cui ogni cosa è ridotta a oggetto e scorre su uno "schermo" che "distrae". La caratteristica originale di questa poetica è la nominazione allusiva degli oggetti, che oscilla tra precisione e indeterminatezza, per cui alla fine i referenti reali non sono individuabili: sono "profili", "superfici", cioè forme, a significare che il reale è uno "sfondo" confuso e indistinto.