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Nonostante la crisi economica, il trasporto marittimo resta fondamentale negli scambi internazionali, essendo l'unico che offre un'adeguata movimentazione delle merci. In Italia non esistono grandi porti in grado di smistare milioni di container all'anno e di competere a livello internazionale, come nel nord Europa. Anche per questo il nostro paese ha iniziato una preoccupante deriva verso una funzione produttiva subalterna, che rischia di minarne la competitività, riducendolo progressivamente a un'area di consumo di beni e servizi in gran parte progettati, realizzati e gestiti altrove. Paradossalmente, la crisi attuale è un importante fattore di accelerazione del processo. Soltanto chi saprà adeguarsi ai livelli dello sviluppo futuro potrà cogliere i frutti della ripresa. Si inserisce in questa direzione la proposta di trasformare il terminal di Genova Voltri in un porto gateway per il traffico container, capace di gestire un traffico fino a 10 milioni di teu all'anno. Cuore dell'idea è la rilocalizzazione in un "porto secco" oltre Appennino di tutte le funzioni portuali che non debbano necessariamente essere svolte a ridosso della banchina. La continuità tra i due poli del porto marittimo e del porto secco si realizzerà con un innovativo sistema di navette elettriche totalmente automatiche.