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L'immagine del vuoto intende indagare i molteplici aspetti della rivoluzione linguistica attuatasi nell'arte in Italia a partire dalla fine degli anni Cinquanta. L'obiettivo è quello di far emergere, attraverso la ricerca di artisti quali Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni, Gianni Colombo, Dadamaino, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis e Ettore Spalletti una specificità tutta italiana, una linea sotterranea, quasi un'anomalia che percorre in modo sottile questa linea di ricerca nel panorama europeo del secondo Novecento. Dopo la stagione Informale, caratterizzata da una ricerca pittorica incentrata sull'individuo inteso nella sua dimensione esistenziale, la nuova generazione abbandona la centralità del soggetto per configurare un nuovo statuto dell'opera e dare avvio a una riflessione sull'identità stessa del fare artistico. Assurgono così a protagonisti temi quali la frontiera dell'immateriale, il vuoto come spazio pittorico, l'infinito come dimensione. Unico artista non italiano in mostra l'artista francese Yves Klein, interlocutore privilegiato di Fontana, Manzoni e Castellani, nei tardi anni Cinquanta e primi anni Sessanta, nonché regolarmente presente a Milano con mostre personali di importanza storica. L'esposizione giunge infine ad esplorare l'eredità lasciata da questi protagonisti all'ultima generazione di artisti.