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La collina di Castelgrande occupa una posizione privilegiata nella valle del Ticino e la presenza dell'uomo vi è documentata da millenni. Dal Neolitico al periodo romano, dall'Alto Medioevo al periodo ducale milanese, dall'occupazione dei Confederati alla creazione del Cantone Ticino, gli insediamenti si susseguono e si rinnovano, multiformi, dominati dalla straordinaria morfologia del sito. I segni di questo cammino sono parte integrante dell'immagine odierna della rocca, della città, del territorio, e dunque materia costitutiva del restauro realizzato da Aurelio Galfetti. Con l'avventura progettuale qui descritta, fortemente ancorata alla convinzione che fra architettura, urbanistica, paesaggistica da un lato, archeologia, storia, storia dell'arte, dall'altro, le barriere sono illusorie e permeabili, si è tentato di leggere e reinterpretare il monumento alla luce della "lunga durata", di strapparlo provvisoriamente dal frammentario e dall'isolamento e di raggiungere una nuova unità formale, un nuovo effimero equilibrio verso la città e il territorio.