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Se c'è stato un tempo in cui il suolo era abitato non è dato saperlo, il ricordo si perde nella leggenda. Il cielo da sempre è in basso, la gravità attrae verso le profondità dello spazio e il tetto del mondo è popolato da oggetti impossibili da decifrare, creature oscure e ragni giganti. Stalattite è un mondo capovolto, l'unico possibile per l'irrequieto Natan, fino a quando non sarà costretto a rivoltarlo e a invertire il senso del suo sangue. Un congegno narrativo assurdo ma lucido, un libro a cui rimanere aggrappati con il fiato sospeso e le gambe nel vuoto.