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"Intendo qui rivolgere un elogio al traditore, ma desidero essere compreso bene: non ho alcuna intenzione di esaltare il corruttore, l'approfittatore, l'imbroglione, il delatore, il rinnegato o la spia. Conosciamo tutti degli amanti segretamente volubili, dei borghesi puritani che di nascosto diventano festaioli, degli ecclesiastici che di notte si travestono da laici e si danno all'amore o al denaro". Dunque, chi è il traditore? Stando ai Vangeli, è colui che fa un atto arbitrario di libertà e di conoscenza verso il male, e involontariamente con il suo tradimento mette in movimento la storia. Ma è anche il figlio ribelle, la serpe in seno, colui che solidarizza all'improvviso col nemico. È il lato imprevedibile dell'animo umano, che merita forse, dice paradossalmente l'autore, di essere elogiato più che vituperato.