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Nella sua estrema brevità, l'haiku è forse il genere che esprime al meglio la sensibilità giapponese, che preferisce l'allusione, l'accenno, il frammento alla completezza e alla ridondanza. E il lettore occidentale rimarrà stupito di fronte alla ricchezza di immagini e sentimenti che tre versi possono evocare: l'amore per la natura di Basho, vissuto nel secolo XVII, il gusto pittorico e romantico di Buson, grande maestro del Settecento, l'ironia malinconica di Issa e, nel Novecento, il simbolismo di Ogiwara Seisensui, l'attenzione ai problemi sociali di Kaneko Tòta, l'amore per il prossimo dei poeti che si autodefinivano "umanisti". Una lezione di enorme valore, dal punto di vista etico come da quello estetico.