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Stato e diritto, che cultura e tradizione hanno assunto da sempre quale simbolo della razionalità che provvede con la decisione sovrana alla mise en forme della tumultuosità sociale e delle relazioni umane, si intrecciano dialetticamente con il mito. Come "cani di ghiaccio" latrano dentro e fuori di noi e mortificano la vita, proprio quella "nuda vita" che dovrebbero preservare e difendere. Stato e diritto cristallizzano in una forma irrigidita l'antinomia tra moto perenne della storia e immobilità del mito. Il pendolo dello éternel retour, che si agita sotto la "cappa del destino", è la modalità con cui, nel segno della colpa preordinata, "l'io conosce insieme la vita e la morte, la permanenza e la distruzione di sé, il tempo storico e il tempo del mito".