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Arturo Rea è un barista che ha fondato una scuola calcio che nel tempo è diventata una vera e propria scuola di vita. Grazie al Barfly e alla SCAR la società locale ha tratto grandi benefici in termini di integrazione oltre che di sviluppo civile e culturale. Ma Arturo Rea è, soprattutto, un filosofo. E quando un bambino della scuola calcio muore, decide di mettersi all'inseguimento della Morte, con emme maiuscola. Per cominciare si reca su un'isola al largo del Cile dove si è rifugiato un vecchio amico fuggito da anni dal Titanic-Italia. Qui intanto, tra una meditazione e l'altra, viene a sapere del suicidio per amore di un altro ragazzo che conosceva e che a Milano gli ha lasciato in eredità una brutta quanto misteriosa scultura. La Morte lo riporta dunque in patria, dove procedono le sue ricerche e dove lo aspetta la resa dei conti finale con la propria anima.