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Un giovane viene portato in carcere, accusato di omicidio. Ha la mano sporca di sangue per essere rimasto accanto a un accoltellato in fin di vita. Si tratta di Elio, artista di strada, casualmente nel luogo del ferimento ma del tutto innocente. Sistemato nella cella 118, constaterà che anche i suoi compagni lo sono. Tuttavia nel suo paese d'origine, Torre Bianca, nessuno muove un dito per lui. Grande disonore e basta! Elio grida la propria estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Stranamente proprio il direttore del penitenziario, burbero ma solo all'apparenza, instaura un rapporto fiduciario con lui: crede nei suoi valori, lo coinvolge nel progetto di riqualificazione dell'istituto penitenziario, si attiva per concedergli ore di libertà e un permesso speciale. L'artista è anche un poeta, e il mare sarà il teatro del suo recupero di dignità, di libertà.