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Per dipingerli, i cieli bisogna contemplarli, forse anche attraversarli, entrarci fisicamente: in quelli che ci sovrastano e in quelli di dentro. Così fa Roberto Russo in queste pagine. Il sogno, per lui, è lo spazio di un'altra primavera, di un'altra vita possibile: più giusta, che sembrava smarrita, superata, perduta, ma può essere recuperata, per davvero o con l'immaginazione che sana. Una vita più degna di essere proposta e vissuta. Dove la felicità è un disegno a portata di mano anche nello scenario più ostico. Che permette di toccare il cielo con un dito. O, in alternativa, con una penna leggera, o con un pennello a setole morbide se non di martora, o con un set di matite color pastello, capaci di accarezzare le corde dell'animo umano e di ascoltarne la musica. Così fa Roberto, da provetto ritrattista e ricercato cultore di suoni qual è.