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«I libri non hanno solo un proprio destino: talvolta possono essere destino» (Jean Améry). Come vive un intellettuale la propria condizione di uomo dello spirito nel luogo dell'anti-spirito per eccellenza che fu il Lager? Con uno stile a metà tra il saggio e la narrazione, Daniele Orlandi ripercorre la vicenda umana e culturale di Jean Améry, filosofo e scrittore, fra i più alti testimoni dello sterminio nazista, morto suicida nel 1978.