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Amsterdam, Berlino, Praga e Vienna: è proprio al viaggio che ci invita il romanzo di Daniele Serafini. Di queste capitali, fra cui spicca una Berlino straziata dopo la caduta del Muro, scopriamo il café, simbolo stesso dell'incanto discreto, a volte desueto, della nostra vecchia Europa. Così, da un café all'altro, in un crescendo da thriller, l'Io narrante procede nelle sue ricerche sull'ambigua scomparsa di un amico e, trovandosi al centro di un turbinio di eventi e di incontri, anche amorosi, è indotto a riflettere: sui ricorsi storici, sul destino di un'Europa in pieno mutamento, sulla perdita degli ideali politici del passato. Questo percorso diventa così un viaggio interiore che condurrà il protagonista, in cerca di verità, a riscoprire le sue radici. Il testo, denso e lirico, ci induce a interrogarci sulla sorte di un'Europa sempre più contesa tra crepuscolo e disincanto.