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Cono d'ombra è un libero resoconto in cui parole e immagini, poesia e cinema compongono l'affresco di un viaggio in due fasi nella Bosnia del 2010, a quindici anni dalla fine della guerra civile. Il film di Andrea Laquidara su Srebrenica non pretende di spiegare le ragioni del genocidio dell'esercito serbo-bosniaco nel luglio del 1995; le poesie (scritte in un viaggio dall'Istria a Sarajevo, a Mostar, a Spalato) non si propongono di restituire un diario dell'anima; ma i due linguaggi si intrecciano compiutamente in una scrittura frammentaria e volutamente asistematica che prova a ritrovare il vero volto di un paese oltre il "cono d'ombra" che ne cela l'identità, il suo fantasma che fa dei Balcani, nostri vicini, e parenti, non un caso della storia, ma una dolorosa Gestalt.