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Un minuscolo paese in Sardegna, la vita dei ragazzi che scorre monotona, consumata al bar o ai giardinetti, sognando macchine potenti e il Continente. Ma all'improvviso un evento tanto oscuro quanto tragico, l'esito non previsto di una faida d'altri tempi, segnerà l'esistenza di tutti, mentre una periferica faccenda di droga gioca un ruolo inaspettato, rovinando i sogni di emancipazione di molti. Così Tore Cubeddu ridisegna la mappa del mondo giovanile nell'estrema provincia italiana come oggi i sociologi non l'avevano ancora individuata: ragazzi senza troppi grilli per la testa, con sogni neanche tanto irrealizzabili, parlano in anglo-barbaricino, studiano filosofia ma sanno coltivare la vite, vorrebbero ereditare il meglio dall'esperienza dei più anziani e scartare al contempo la violenza di certe tradizioni... E con la loro bisaccia di incertezze e di struggenti illusioni, tra chitarre distorte e fisarmoniche pop, cavalcano incontro a un destino inesorabile.