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"Loris mi faceva vedere un grosso libro pieno di illustrazioni di mostri, animali e vegetazioni dell'origine della terra, deserti e mostri con enormi code che non riuscivano più a trascinare, mari con rari ed enormi uccelli implumi. Seppi che erano tutti ovipari sterminati da invasioni di sorci che bucavano e succhiavano tutte le uova enormi. Oppure guardavamo una storia d'Italia piena di grosse illustrazioni a colori, uomini dentro gabbie di ferro sospese sui torrioni, altri mangiati vivi da cani, oppure murati vivi, squartamenti e ammazzamenti di eroi in tutte le maniere immaginabili e possibili. Loris aveva una sorella matta, raspava col petto sui muri, si metteva la terra tra le cosce, ci correva dietro e se riusciva a prenderci ci trascinava per i capelli, ci buttava per terra e ci pestava, buttava fuori i suoni inarticolati, grugniti, più che voce." 50/80 è il titolo bizzarro che nel 2010 unisce due scrittori marchigiani di Fermo, Luigi Di Ruscio e Angelo Ferracuti, negli anni dei loro rispettivi compleanni. Scrittori generazionalmente e stilisticamente molto distanti, il primo nato nella temperie neorealista degli anni '50 e l'altro esordiente trent'anni dopo come "nuovo narratore", qui pubblicano due testi narrativi legati entrambi alle memoria dei luoghi della loro regione, le Marche. Il testo è accompagnato da un inserto fotografico di Ennio Brilli, e una introduzione del critico letterario Massimo Raffaeli.