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Incassata una prolungata vacanza in seguito a un accidente che lo ha "bastonato inopinatamente", Edi Tonon insegnante in età matura formatosi "quando c'era il comunismo" nel "predopomuro" si muove, fisicamente e metaforicamente "zoppo", tra prima e seconda casa in una riposta borgata di montagna dove, adesso che "c'ha un bel po' di tempo", che "si sente un poco nel deserto", che è "preso un poco da sgomento", indulge a guardarsi nello specchio e si scopre geneticamente modificato, vale a dire "tutto postmoderno narcisista", nonché "to' ! di punto in bianco vecchio": quanto basta per concepire l'idea (che invece "quando c'era il Comunismo mica stavo a prendere nota, a scrivere parole") di mettersi su carta per riscattarsi così dal prolungato anonimato e marciare coi tempi ("che sei parte ormai della stupidità della postmoderna umanità, che lei dilaga parla si esibisce"). Dà il via così Edi Tonon a un suo domestico provinciale estemporaneo mite reality monologante in forma di "romanzetto veloce".