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Tutte le società da sempre hanno voluto imporre un confine che separi il piacere dal vizio e quindi il modo in cui affrontarne il "lato oscuro": la dipendenza. Le neuroscienze però ci dicono che molti comportamenti che consideriamo virtuosi, come pregare 0 fare beneficenza, attivano lo stesso circuito neurale su cui agiscono, per esempio, le droghe e l'alcol, e che la dipendenza non è frutto di una scarsa forza di volontà bensì un disturbo di natura fisiologica. I confini di cosa è bene e cosa è male, di cosa separa il socialmente accettabile dal moralmente deplorevole sono quindi, nella realtà scientifica, molto più sfumati di quanto pensassimo. Una sfida notevole, quella lanciata dalla scienza di oggi, che ci porta a ripensare gli aspetti culturali, morali e giuridici che danno forma alla nostra identità e alla nostra presenza all'interno della società.