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"Sembrerà strano amare un'isola tanto da farne l'oggetto dei propri sogni, della propria costante attenzione e del proprio impegno, ma è così. Ogni ferita che le è stata fatta, l'ho sentita sulla mia pelle, ogni tentativo di usarla per interessi che non erano i suoi, l'ho sentito come un'offesa a una persona cara, ogni intervento per preservarla, una guerra da combattere in prima linea come volontario. Dare di ciò una ragione non è difficile: vi ho vissuto da bambino e, poi, l'ho lasciata da emigrante. Come emigrante, ho provato il dolore del distacco, la mancanza delle cose care, il rimpianto che tutto trasforma in meglio. E il meglio di quello che, per me, già era il meglio, immaginate quale vuoto abbia creato, quale richiamo abbia esercitato, quale grande passione abbia ispirato. Non a caso molti dei miei racconti riguardano esperienze della mia prima giovinezza, di quando, cioè, ancora abitavo stabilmente in Capraia. Quegli anni sono stati decisivi e, come per una sorta di imprinting, hanno guidato le scelte fondamentali del mio futuro da adulto". Dall'introduzione dell'autore. Prefazione di Danilo Mainardi.