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"In principio fu la linea. La linea unisce i punti, la linea è l'imprescindibile, la linea è direzione, la linea è definitoria e definitiva [...]" Il poeta e il disegnatore usano la linea non come segno neutro, ma come elemento mobile, vivente, significante. È su questa base che i due autori raccontano la città di Siena. Ne viene fuori una guida decisamente inconsueta dove mancano le caratteristiche classiche (anagrafica artisti, descrizione di luoghi e monumenti...), dove si percorre la città in un modo diverso dal solito, guidati dalle emozioni, in una narrazione composita dove si mescolano forme diverse di poesia, prosa e disegno, il tutto organicamente e perfettamente contessuto, a fare un prodotto finito in cui testo e illustrazione non solo sono integrati, ma interagiscono fra sé rendendosi, l'uno, elemento complementare ineliminabile dell'altro. Questa città, descritta da un poeta e un disegnatore appare come un sogno collettivo, un miraggio, un'immagine rifratta in uno specchio che rinvia linee sfuggenti e incerte, non geometrie perfette, ma riflesse nell'acqua, rese in tratti liquidi.