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«Mentre leggevo con molta attenzione e interesse il bel lavoro di Angelo Benedetti Palombara Sabina. 250 anni di ricerca anagrafico-genealogica mi ha tenuto compagnia, quasi assediando la mente, "l'Ulivò", l'ulivo che con la sua imponente presenza porta graffiata nella sua "carne" la storia di Palombara. Si trova poco distante dal cimitero di Palombara stessa, una collocazione simbolica per descrivere la vita e la morte, il presente, il passato e il futuro di intere generazioni. Questo ulivo testimone secolare, come ogni albero che sopravvive alle sferzate del tempo, lo deve al fatto che ha delle radici profonde, forti, spesso ignorate perché interrate, ma che da sole spiegano la sua longevità. Ebbene, Angelo con questa sua opera preziosa di cesellatore accurato, minuzioso e paziente ha saputo fare emergere l'Ulivò anagrafico-genealogico della sua Palombara, andando in profondità, a quelle radici che hanno permesso ai Palombaresi di scrivere e sottoscrivere la propria storia secolare» (dalla Presentazione di don Bruno Marchetti).