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L'autore afferma di aver 'costruito' questa biografia di Amerigo Vespucci sulla ragionata e ragionevole convinzione che tutto ciò che il navigatore fiorentino ci ha tramandato in manoscritto o a stampa sia veritiero e genuino. Tale convinzione, estesa agli scritti di Cristoforo Colombo, ha permesso di intendere in modo limpido altri straordinari risultati di quella grande stagione di epiche esplorazioni. Non sono stati soltanto viaggi verso terre lontane e sconosciute, ma anche viaggi nel tempo. Amerigo e altri protagonisti di quell'epoca ci narrano di avere incontrato donne e uomini che non usavano abiti e utilizzavano strumenti e armi di pietra levigata. Narrano di genti che si combattevano crudelmente ma vivevano e si cibavano di quello che offriva una terra incontaminata. Di tutto ciò l'autore, tenendo a freno la tentazione di scrivere un'opera di tono epico, compone un sobrio e rigoroso resoconto storico.