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"Rufina" è un romanzo postumo di Giacomo Vigna. È la storia di una bambina che vive in una cittadina italiana e cresce all'interno di una famiglia medio-borghese guardando alla vita con estrema curiosità. La filosofia evocata nel romanzo, emerge prepotentemente con postulati relativi alla concezione sull'uomo. L'uomo è il più intelligente degli altri organismi biologici, ma è il più solo e il più responsabile di tutti; non ha sopra di sé una specie superiore che possa sostenerlo nel bisogno. È padrone di se stesso e di tutto quel che ha intorno in relazione alla sua forza; oltre quel limite, però, è come tutti gli altri viventi. È anche egoista, perché la sua, nei confronti degli altri viventi, non è pietà, né solidarietà: è quel che resta della sua voglia smodata di essere superiore. Tale presunzione, unitamente a quella di poter esercitare la supremazia sugli altri, è un'illusione che può condurre alla perdizione dell'uomo. I suoi eccessi non derivano dall'essere illogici, ma dalla delusione derivata dalla consapevolezza di quella illusione.