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"... novanta canzoni d'amore alla terra al mare all'anima della Calabria ma anche a tutto il Sud dell'Italia e del mondo... novanta canzoni d'amore come fiori gentili fra le ortiche nel solco di un antico dolore intramato all'armonia di un endecasillabo, alla esigua sintassi di un settenario, al canto libero di un verso sciolto per esprimere la poliedricità di un disagio in bilico tra l'esistenza e la realtà sociale a cui per destino come Prometeo siamo da millenni incatenati... novanta canzoni d'amore in fila su questa frontiera dove, se vuoi avere diritto al riscatto dalla schiavitù del bisogno, sei obbligato a pagare una pesante dogana di rinunce e dolore... novanta canzoni d'amore per richiamare all'impegno chi giura di amare la propria Terra ma, ignorandone la storia i miti e la bellezza, oltraggia il suo mare e le sue foreste, sporca le sue strade e le sue spiagge beatamente sprofondato nello spazio risicato del suo falso benessere... novanta canzoni d'amore che parlano di ritornanza non a chi un giorno è partito e non ha dimenticato ma a chi ha dimenticato senza essere mai partito... a chi poteva dare una mano ma si è guardato bene dal farlo... a chi c'era ma non si è accorto di nulla... a chi, pronto a colpevolizzare i politici di turno, se n'è lavato le mani come Pilato, pensando bene di farsi i "fatti suoi", infibulato nel suo omertoso silenzio..."