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Giulio Barca, protagonista del racconto, "dà suono di sé" attraverso l'agile e concreta narrazione delle isole di ricordo, che sono via via riaffiorate nel mare dei racconti e del patrimonio aneddotico custoditi gelosamente da una famiglia dell'alta borghesia calabrese tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, tra l'impresa di Garibaldi e l'approvazione in Parlamento della riforma agraria. Le vicende personali e familiari del protagonista, erede unico di una grande fortuna e padre di sei figli, si inseriscono nel quadro storico generale di un periodo di importanti e dolorosi rivolgimenti economici, sociali e politici, e permettono di cogliere il respiro del tempo e del luogo attraverso la sensibilità di un personaggio che, pur appartenendo alla nobiltà agraria, non è mai fuori dal suo tempo e dal suo luogo, tanto che arriverà a scontrarsi, lui podestà, con quanto di retrivo c'è nell'ideologia fascista.