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Profondo Sud racconta con dovizia di documentazione, la storia di una famiglia calabrese, quella dell'autore, attraverso cinque secoli, dal 1500 ai nostri giorni, ed almeno quindici generazioni, nel contesto di tante vicende politiche e sociali del Meridione d'Italia: il feudalesimo, le invasioni saracene, il malessere contadino, il potere ecclesiastico, la Repubblica napoletana, il brigantaggio, il Regno di Murat, la rivoluzione sociale delle leggi napoleoniche, la restaurazione borbonica, l'Unità d'Italia, il laicismo, l'emigrazione oltremare, le due guerre mondiali, il fascismo, la Repubblica italiana, la nuova emigrazione, l'abbandono delle terre, l'inurbamento, le scelte professionali. Non è un romanzo ma un racconto, una lunga cronaca con all'interno tante storie, episodi, eventi pubblici e privati, un grande quadro della Calabria viva dei cinque secoli che abbiamo alle spalle, meravigliosa enclave nel cuore del Mediterraneo, chiusa nei suoi costumi e nelle sue tradizioni, monorazziale, monoetnica, monoreligiosa, monoculturale, sostanzialmente quasi immutata dalla fine della colonizzazione greca ai nostri giorni. La Calabria vive nel libro tutte le sue stagioni dell'Era Moderna, successiva al Concilio di Trento, e la famiglia dell'autore le percorre con intensa partecipazione nel bene e nel male, godendo benefici e pagando prezzi, per ritrovarsi nel Ventunesimo secolo non più nella terra d'origine, ma nel villaggio globale dei cittadini del mondo.