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Nella "Bassona", luogo magico e cupo, oasi naturalistica calata in una pineta secolare, spiaggia incontaminata frequentata da nudisti, vengono trovati due cadaveri a un mese di distanza l'uno dall'altro. Maurizio Matteucci, il commissario romano da pochi mesi a capo della squadra mobile di Ravenna, ritiene che non si tratti di omicidi seriali dovuti ad un unico autore, come si vuole far credere, ma da ascriversi a mani diverse provenienti pure da ambienti differenti. Personaggio sfaccettato, colto e razionale, dotato di intuito ma non esente da debolezze sentimentali e psicologiche, il commissario deve trovare un difficile equilibrio fra l'incisività dell'indagine e la salvaguardia dei diritti degli indiziati. Per risalire agli autori dei delitti si addentra in un mondo in cui pullulano guardoni, trans, immigrati irregolari e insospettabili professionisti. A complicare il quadro spunta un sorprendente collegamento con un episodio avvenuto a Bologna nel 1977, legato alle vicende dell'Autonomia operaia. Lo sfondo è quello di una città di provincia ricca di storia e di arte, in cui, dietro l'apparente sonnolenza, si delineano vari fermenti sociali e l'attivismo del sindaco - per una curiosa coincidenza quasi omonimo del commissario - impegnato nella lotta al degrado. Fra i due si instaura una sorta di collaborazione/concorrenza parallela, nei rispettivi ambiti e a debita distanza.