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Il lettore è coinvolto sin dall'inizio in un viaggio onirico, visionario. Un'entità non definita (Aliena? Extracorporale? Elementare?) narra la sua discesa in terra, nientemeno che dall'alto dell'universo. Nella sua caduta (vissuta come una curiosa tentazione) incrocia i resti di satelliti disseminati nell'atmosfera e viene persino intercettata dagli strumenti di bordo di un aeroplano, prima di ritrovarsi sballottata in un punto a caso del pianeta, dove comincerà la sua osservazione del mondo umano. Scopo dell'entità: scovare una coppia che funga da veicolo per la venuta corporea al mondo e conoscere i complessi legami umani. Precisa l'autrice, per bocca del suo personaggio: Ed era duro resistere a quella forza. Una forza che tutto sommato mi richiamava alla realtà, al mio dovere che era quello di venire sulla terra e nascere, diventare persona umana, dotarla di un'anima, la mia. Ma ecco subito nascono problemi e perplessità. Il mondo che l'entità va scoprendo, sondando e viaggiando in lungo e in largo, rivela contraddizioni di sorta e violenza allo stato brado. Eccoci quindi spiegati i passaggi temporali e logici da una spiaggia, dove regna la legge del sesso e dell'eccesso, fino ai teatri di guerra del Medio Oriente o ai traffici di organi per finire e ricominciare nelle dittature politiche e finanziarie del mondo intero. L'autrice prosegue il suo viaggio, accompagnandoci da un girone sociopolitico all'altro, disseminando analisi sulle tante malefatte umane. La tecnica utilizzata, curiosamente, attinge dall'osservazione partecipante (narrativa e visionaria) tipica dei ricercatori sociali. La trama si dipanerà tra accuse all'etero-dizione imposta da media e dittatori a poche, ma pregnanti, soluzioni di uscita da male e povertà. Un esempio su tutti: Ci vuole la paura e la fame se si vuole soggiogare la gente, per sottometterla ai propri voleri," pensai. Un viaggio narrativo costellato da spunti talvolta ironici, talvolta paradossali, ma di sicuro impatto.