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Con gesto insieme radicale e dolcissimo, primigenio e fulgido, Vittorio Rombolà ci racconta la terribile odissea della malattia, il calvario di un viaggio senza ritorno. In una sala d'aspetto fredda ed ostile di un ospedale di una capitale, soffocata dal calore umido dell'estate, ha inizio, infatti, la fine del protagonista di questo bellissimo romanzo, Enea Petrini che, in presa diretta, racconta con precisione quasi chirurgica, i terribili momenti in cui viene a conoscenza di avere una malattia mortale e irreversibile.