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"Solo alcuni luoghi, e tra questi il carcere, richiamano una forte fascinazione che tocca tante persone, tra loro anche molto diverse, per cultura, sensibilità, ceto sociale, interessi di vita. L'universo penitenziario evoca un paesaggio vulcanico: bello, ma di una bellezza terribile. [...] Quando colpa e castigo sono raccontati all'interno del luogo carcere, bisogna aumentare il livello della sensibilità, del rispetto e della lucidità intellettuale. Credo che i miei due compagni di lavoro ci siano riusciti". Con queste parole Carmelo Cantone, direttore del carcere di Rebibbia, apre e chiude la sua Prefazione a questo libro che trasporta in maniera quasi onirica nella invece dura realtà carceraria, attraverso un linguaggio peculiare, costruito attraverso una sapiente commistione di poesia, citazioni non solo letterarie, riflessioni intime e fotografie. Questo volume è impreziosito da un'ampia sezione di ritratti fotografici della realtà carceraria.