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Il patrimonio letterario di una lingua si nutre di due grandi contributi: la produzione narrativa originale e le traduzioni dei grandi classici. In questo secondo filone, fondamentale quanto il primo, si inserisce il monumentale lavoro di Carlo Porta, che al poema omerico ha dedicato tre decenni di impegno, con una ricerca approfondita nella lingua dei suoi avi, nelle variazioni locali, per offrire al lettore un indimenticabile, e forse uno degli ultimi, respiri profondi nell'antichissima lingua piemontese, e insieme nelle eterne avventure di Avuss e Pinaplin-a, Agamlòt, ij Bërgeuj, Chitamnestra, Megapento, Pissastòrt e Timlicòt.