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A partire dalla fine del II secolo, ha inizio un processo di avvicinamento tra il pensiero cristiano e quello pagano, attraverso anche una riscoperta e il tentativo di un nuovo commento a Platone. Il neoplatonismo, inoltre, riuscirà a riunire in uno (un'unità non priva di profonde differenziazioni) tutto il pensiero antico, mentre offrirà al Cristianesimo gli strumenti intellettuali per l'indagine teologica, per la difesa della fede, e per l'enunciazione dei dogmi fondamentali della Chiesa. Non solo le scritture, ma anche la filosofia greca è dunque ormai entrata a far parte dell'elaborazione dottrinale della Chiesa. Dice Clemente: "Dio è sorgente di tutte le cose belle, ma di alcune direttamente (come autore immediato) ed è tale del Vecchio e del Nuovo Testamento; di altre, invece (è sorgente) in conseguenza della natura umana di cui Egli è causa e, in questo modo, lo è della filosofia".