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Un pittore squattrinato e indebitato che vive con la famiglia nelle soffitte dei palazzi di Torino, sempre alle prese con i creditori e i maldestri e umilianti tentativi di sbarcare il lunario, è il pretesto per descrivere la società piccolo borghese della Torino postunitaria, non più capitale ma non ancora città industriale. Un mondo di travet, gli impiegatucci e i bottegai, appunto, che Bersezio dipinge impietosamente con tinte insieme comiche e malinconiche.