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In questo volume si racconta la vicenda umana e culturale dell'abate Luigi Bellò (1750-1824), latinista, letterato, raffinato collezionista d'arte, maestro di più generazioni di cremonesi, benefattore della città. Unanimemente considerato al suo tempo come l'erede naturale del poeta latino del Rinascimento Marco Gerolamo Vida, assai apprezzato da Parini e da molti altri letterati e insigni esponenti della cultura fra Lumi e Restaurazione, tradusse con fine perizia opere di Vincenzo Monti e di Alessandro Manzoni. Questo libro, che rivela una pagina in parte sommersa delle vicende culturali di Cremona, vuole essere un omaggio dell'autore alla sua città e un contributo alla coltivazione della memoria storica della stessa.