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La domanda che costituisce il titolo del libro è stata posta, in varie forme, nel corso dei secoli. In passato si riferiva agli ebrei come tali, considerati sia come popolo che come individui; nel nostro tempo, pur non essendo scomparse le forme dell'antisemitismo tradizionale, in larga parte ma non unicamente di origine religiosa, l'odio contro gli ebrei si è indirizzato contro lo Stato che il popolo ebraico, a prezzo di lotte e di sacrifici immani, è riuscito a ricostituire dopo quasi due millenni di dispersione diasporica. Alle radici di questo odio ci sono anche eventi storici determinati. E tuttavia un lasso di tempo così lungo non passa invano, all'interno dello Stato d'Israele i rapporti tra arabi ed ebrei sono molto più complessi di quanto una pubblicistica interessata non voglia descriverli. Infine, il 2020 - l'anno a cui si riferiscono i testi contenuti nel volume - è stato l'anno dell'accordo di Abramo: un accordo storico, il cui significato etico non è inferiore a quello politico. Si può cominciare a sperare che la domanda, in un tempo non lontanissimo, abbia sempre meno senso.