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La città compatta dentro le mura o definita da un preciso confine è figlia del Rinascimento. Qualcosa la compattava la forza dell'agglomerazione. Capitale e popolazione si accentravano nella città; anche la città industriale, la città del capitale è stata una città compatta. Non si è trattato dell'applicazione di un modello, ma della ricerca di "convenienze e opportunità economiche e sociali. La città è la proiezione della struttura economica-sociale sullo spazio; di quella struttura conserva le contraddizioni, le diseguaglianze, ma anche le opportunità, le ricchezze, il dinamismo. È stata sempre "pensata" come luogo della collettività; anche se facciamo fatica a viverla così la città è relazione e di fronte a noi si dimostra plastica, si adatta e si modifica. La città diffusa ha espresso il bisogno di una migliore città, spostandola fuori dal tessuto urbano visto che niente cambiava in meglio dentro. Ridare la città diffusa a un uso pubblico, addensarla, dare attrattiva ai centri urbani, renderli più vivibili, sono alcune delle questioni in ballo. E l'arte può avere un ruolo. Interessante è il contributo che circa 40 artisti, contenuti nel volume, forniscono con le loro opere.