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Le foreste vetuste, o foreste vergini secondarie, rappresentano realtà rare e uniche. L'assenza per un periodo prolungato di attività umane, consente alle dinamiche forestali naturali di esprimersi al meglio, dando luogo a cenosi strutturalmente complesse e ricche di biodiversità. Finchè l'uomo manipola le comunità forestali direttamente (con la selvicoltura) o indirettamente (con il pascolo) incide sui processi naturali, come la nascita, la crescita, la competizione e la morte, generando ecosistemi più semplificati in composizione, struttura e funzionalità. L'assenza di disturbi, invece, consente alte foreste di ritrovare, lentamente, la loro condizione naturale e la loro stupefacente bellezza, rendendole luoghi importanti di studio delle dinamiche evolutive, di richiamo turistico, di pace e benessere. Le foreste vetuste rappresentano, quindi, un elemento chiave delle strategie di conservazione della biodiversità. Esse costituiscono il paragone per valutare l'impatto delle attività selvicolturali sugli ecosistemi forestali e, quindi, la loro sostenibilità, nonché il modello di riferimento da seguire nei progetti di rinaturalizzazione di foreste antropizzate. Le foto di Gabriele Carlo Chiopris e l'intervento del prof. Roberto Del Favero esaltano tutti questi aspetti, facendo di questa pubblicazione un evento tutto speciale, dando riconoscimento all'Amministrazione Comunale di Ampezzo che ha saputo preservare alcuni lembi di bosco alla libera evoluzione, sospendendo i tagli per decenni e consegnando oggi preziosi luoghi di naturalità assoluta. Presentazione di Michele Benedetti.