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Questo nuovo libro di aforismi di Barbieri è fatto di incisioni sulla parete, scaglie taglienti, scintille. Un dettato lapidario, asciutto, spesso apodittico sovraintende al tutto. Dopo il regolare e indefesso sgocciolare che scavava la pietra dei precedenti volumi, ora l'autore predilige uno scrivere ancor più essenziale, spesso ironico, sempre franco. Gli aforismi sono come squarci su un ininterrotto discorso sotterraneo, su una inesausta critica alla società e all'uomo che la genera e la subisce a un tempo. Tasselli di un unico, vasto discorso, che a volte sembrano ricalcare i modelli di una comunicazione tecnica e altre volte il ritmo tratto dal verso di un'aria d'opera, dipanano un discorso che anche visivamente si fa, nel suo restringersi, lama, selce (con una sorta, se si perdona l'espressione probabilmente inedita, di diminuendo rossiniano), ma anche stalattite dalla quale la goccia dell'interrogare e interrogarsi non smette mai di cadere.