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Un assolato pomeriggio d'estate un gruppo di turisti arriva a Garbagna, piccolo borgo di poco più di 700 abitanti, capoluogo della Val Grue, in provincia di Alessandria, a una ventina di chilometri da Tortona. Ne scoprono con entusiasmo l'impianto urbano medievale, la contrada e i suoi fiori, la piazza con i quattro ippocastani secolari, le facciate colorate delle case, bellezze che hanno giustificato il suo inserimento nel 2015 nell'associazione dei Borghi più belli d'Italia. Dopo la piacevole scoperta, nascono le domande. Siamo in Piemonte e quindi perché questa commistione con la Liguria che si legge nell'urbanistica e nella toponomastica? Perché Palazzo Doria e Palazzo Fieschi? E perché nei numerosi ristoranti la pasta al pesto e la cima si alternano a ravioli e arrosti? C'è bisogno di una risposta che non si può riassumere in poche parole e che trova le sue spiegazioni nel passato più che millenario di Garbagna, quando Vescovi e cavalieri di ventura, Fieschi e Doria, duchi di Milano e imperatori di Germania, Savoia e Napoleone, presi dai loro grandi giochi per il potere, condizionarono anche la vita di un borgo piccolo ma strategico, situato tra Liguria e Piemonte.