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Nel panorama della cultura romena attuale, Marta Petreu (1955) è senza dubbio una figura di primo piano. Personalità culturale organica e complessa, docente e studiosa di filosofia romena, redattore di un importante mensile culturale, saggista e romanziera, Marta Petreu è e resta in primo luogo, intimamente ed essenzialmente, poeta, una delle più intense e autentiche voci poetiche romene degli ultimi decenni. Al centro della sua poetica si trova, bruciante e violento, il problema del male, la flagrante incongruenza tra la presenza innegabile e ineludibile del male nel mondo e l'assenza di azione in esso da parte di Dio, la cocente impossibilità di riconciliare l'esperienza della sofferenza fisica e psichica, il dolore materiale del corpo e lo spasimo intangibile dello spirito, con il dogma della natura misericordiosa e amorevole di un Padre che si dimostra al meglio assente e obliatore, al peggio crudele e capriccioso. Cronaca eretica e ribelle di un'Apocalisse che non è evento ma condizione, la sua poesia scabra e inclemente è un'incisione nella materia viva del corpo che mette a nudo, con feroce tenerezza, la carne pulsante del dolore e del desiderio.