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La storia dell'interprete ottocentesco europeo viene ripercorsa in questo libro rivolgendo lo sguardo verso due aspetti diversi ma parimenti importanti dell'universo recitativo dell'epoca: da un lato, si analizzano le modalità organizzative del mestiere, le condizioni di lavoro e la prassi quotidiana e, dall'altro, si esaminano gli aspetti fondamentali della teorizzazione sull'arte attorica. Si discutono quindi la formazione dell'interprete, la preparazione della parte, la condizione stanziale e quella itinerante, le tournée ecc., ma si fornisce anche un profilo delle riflessioni sulla natura appassionata o distaccata dell'attore, dell'avvicendarsi di concezioni realistiche e metafisiche della recitazione, e delle soluzioni offerte alle problematiche poste dalla natura duplice del comedien, che riunisce artista e opera d'arte in un unico individuo. Tutto cioè in un'ottica continentale, segnalando analogie, peculiarità nazionali, ma anche meccanismi di influenza e dibattiti che oltrepassano i confini geografici e linguistici fra i paesi europei.