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L'incessante espansione del fenomeno mafioso ha comportato la progressiva evoluzione delle misure di contrasto del crimine organizzato, secondo linee per lo più sviluppate dalla giurisprudenza, sia nazionale che sovranazionale, che hanno trovato ampio riscontro in un'intensa produzione legislativa. La frequente elusione delle garanzie penali e processuali di rango costituzionale ha concorso a dare origine alla creazione di un sottosistema normativo cadenzato dal varo di periodici "pacchetti sicurezza" che, di volta in volta, hanno modificato le fattispecie normative ed introdotto nuove figure di misure ablative patrimoniali, di pari passo con un significativo inasprimento sanzionatorio poco rispettoso dei criteri di razionale dosimetria della pena. L'adozione della politica del "doppio binario", quale risposta dell'ordinamento alle attività illecite di sempre più agguerriti sodalizi criminosi, ha progressivamente determinato l'erosione di tradizionali profili dogmatici d'istituti di diritto penale sostanziale e processuale ed allo stesso tempo il concreto rischio di contaminazione dell'intero sistema penale. L'opera si propone di individuare le linee specifiche del regime normativo delle fattispecie associative e della relativa disciplina che governa il giudizio.