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"Il lungo anno in cui morì nostra figlia fu il più bello della mia vita". Una frase così, la può dire solo un padre: un padre sfacciatamente innamorato, arrogante, disperato, esibizionista, inerme, sarcastico, corazzato di tutta l'eloquenza della lingua francese. Philippe Forest racconta la vita e la morte di Pauline dal primo all'ultimo giorno. La intreccia e la fonde con la storia della letteratura: lascia che venga sbranata dalla letteratura proprio perché ha imparato che i corpi amati scompaiono, mentre le parole che verranno fabbricate dopo la morte non salvano e non abbelliscono nulla.