Tab Article
Insistiamo a considerare il rapporto tra fede e ragione come un dialogo tra sordi, tra opposti su binari separati, tra due mondi diversi. Di fronte ai disastri del nichilismo che hanno abbondato durante tutto il ventesimo secolo e che oggigiorno paiono aver ripreso vigore, l'autore, muovendosi controcorrente, ci richiama all'urgenza di una nuova sintesi che liberi il mondo dalla filosofia alienante del superuomo di Nietzsche e si apra alla ricerca dell'oggetto della metafisica, per condurre l'umanità, a partire dall'hic et nunc, a una cultura che trascenda la realtà presente, liberandola dal delirio di onnipotenza e prospettando un'umiltà a servizio dell'uomo sulla base di una speranza migliore nel presente e nel futuro. La prima parte dell'opera mostra come a partire dalla formazione del pensiero religioso nelle antiche culture, l'uomo sia naturalmente giunto alla teodicea e al bisogno di far dialogare fede e ragione, con Platone e Aristotele, secondo un processo rintracciabile nella composizione dell'Antico Testamento, che lentamente è passato dalla simbologia mitologica e leggendaria del Pentateuco alla filosofia platonico-stoica di Filone, presente nel libro della Sapienza. Una lunga riflessione sul miracolo, visto come luogo dove la fede anticipa la ragione e quest'ultima affina la fede, è il trait d'union verso una dimensione conclusiva della storia, dove uomo e Dio, fede e ragione, materia e spirito si integrano, superando la dialettica degli opposti per entrare nell'unità dell'Essere.