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Attraverso uno scrupoloso e allo stesso tempo appassionato lavoro di ricerca storica, Castoldi ripercorre le vicende di suo padre, quando, bersagliere diciottenne, lasciò il campo di prigionia in Germania dov'era stato portato dopo l'8 settembre del '43, per raggiungere le milizie partigiane di Borgo Val di Taro, in provincia di Parma. Una vicenda di lotta e di antifascismo, ma anche una riflessione sulla guerra, sul suo stravolgimento e la sua inutilità di fronte alle promesse e le speranze della vita e dell'adolescenza. Con lo strumento del romanzo, Castoldi sonda con attenzione e compartecipazione gli eventi di quegli anni tragici, senza tralasciare il punto di vista di ciascun personaggio, con gli slanci di eroismo e gli intimi dubbi che accompagnarono la drammatica esperienza della guerra e della Resistenza.